3 GIUGNO 2025: SCIOPERO DEI LAVORATORI DELLA MANUTENZIONE INFRASTRUTTURA DI RFI

Mentre la firma del contratto sembra essere in dirittura di arrivo, quanto è accaduto e come si sono mossi i molti attori in campo ci offre un quadro abbastanza chiaro di come leggere quanto successo fin qui e cosa occorre fare per rafforzare la tenuta di un contrasto al 10 gennaio che non è facile, ma nemmeno impossibile.

Ripercorrere le conseguenze dell’accordo del 10 gennaio 2024 a chi lo sta subendo da oramai un anno, ci sembra offensivo, pertanto ci limiteremo a sgomberare il campo da alcune ambiguità che hanno condizionato a nostro avviso il modo di porsi dei lavoratori da diversi mesi a questa parte.

A un anno dalla partenza della riorganizzazione, grazie alla resistenza dei lavoratori, 5 DOIT su 15 non hanno ancora firmato un accordo territoriale; questo è un risultato che non andrebbe sottovalutato, visto che nessuna OS firmataria a livello territoriale ha mai preso posizione ufficialmente contro il 10 gennaio.

Quotidianamente le sirene, specie di alcune OS particolarmente attive, puntano a ingenerare la rassegnazione necessaria per depotenziare la resistenza e accettare un accordo che favorirebbe solo una più forte copertura politica a una azienda che sta azzerando qualsiasi regola di ingaggio a proprio favore.

A un anno dalla partenza della riorganizzazione ci preme sottolineare che, seppure vi sia stato un rallentamento dei comportamenti che invece dovremmo tutti adottare nell’ottica di farne emergere/cortocircuitare i limiti, non ci sono segnali di accettazione di questo modello suicida; una novità rispetto al passato che dovrebbe interrogarci su quanto potremo sopportare il malessere, senza capire che tocca a noi prendere in mano questa partita.

Consapevolezza che ci darebbe quella spinta che oggi, a tratti, rischia di essere più contenuta.

Dalla firma del 10 gennaio, a un anno dalla partenza della riorganizzazione, i manutentori, da più parti e per ragioni magari diverse, sono stati tirati per la giacchetta a ogni angolo da qualche guitto al servizio dei sindacati firmatari, con la parola sempre pronta per spiegarci come mai era importante non opporsi e chinare la testa di fronte al “progresso”, o forse da qualche “sindacalista” in aspirante ascesa, che invitava a mollare la vertenza per perseguire altri obiettivi.

Resta il fatto che ci siamo ritrovati in un accavallarsi di date di sciopero da parte delle OS, ad esempio, che non si sono poste nemmeno il problema di chiarire il senso delle proprie indizioni.

Intendiamoci, è comprensibile che lo sciopero diventi l’occasione, ad esempio, di spezzare il turno per chi ne ha bisogno, ma teniamo conto che gli scioperi fatti così non possono bloccare la produzione; perché siano efficaci devono saper mettere al centro quello che vogliono esprimere.

Per questo occorre rimettere al centro la vertenza del 10 gennaio: sia perché ora, come prevedibile, la firma del CCNL spazzerà via la speranza di qualcuno che in quel perimetro possa esserci un argine alla devastazione che la riorganizzazione sta imponendo, sia perché l’illusione proposta che fosse sufficiente astrarsi dall’obiettivo di fermare il 10 gennaio, perché avrebbe favorito chissà quali risultati concentrarsi altrove, stanno cedendo il passo alla triste realtà.

Non ci servono facili profeti o promesse mirabolanti; serve la consapevolezza di tutti che se non lo fermiamo noi questo processo nessuno lo farà al posto nostro.

Per questo abbiamo ritenuto che a un anno dall’inizio della riorganizzazione, uno sciopero che abbia un obiettivo specifico, che poi è il cuore della nostra vertenza, possa rimettere in chiaro quali sono le priorità dei manutentori.

QUINDI, IL 3 GIUGNO 2025 SCIOPERO DI TUTTO IL PERSONALE DELLA MANUTENZIONE INFRASTRUTTURA! DOVREMO SAPER RICORDARE A TUTTI CHE NON CI FERMEREMO PRIMA DI LORO, PERCHÈ QUELLO CHE CI STANNO OFFRENDO È UN LAVORO SENZA DIGNITÀ E SENZA PROSPETTIVE E NON SIAMO DISPOSTI AD ACCETTARLO.

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