Questo è il comunicato stampa inviato alle testate giornalistiche e ai media:

Comunicato stampa del 30/05/2024

Il 3 giugno ci sarà uno sciopero dei lavoratori della manutenzione infrastruttura di RFI (Rete Ferroviaria Italiana). Gli scioperi dei manutentori non fermano i treni, quindi per l’utenza potrebbero essere vissuti con il sollievo di chi pensa di non essere coinvolto.

Il solo pensarlo sarebbe un grosso errore; la riorganizzazione contro cui scioperiamo ha peggiorato non solo in maniera drastica le condizioni di vita e di sicurezza dei lavoratori della manutenzione mettendone financo in discussione la prospettiva stessa della tutela del posto di lavoro, ma incide in maniera preponderante sui disservizi che l’utenza incontra dal 3 giugno dell’anno scorso.

Una riorganizzazione che incide sulla regolarità della circolazione e che sta mettendo in seria difficoltà la capacità di garantire un’infrastruttura efficiente e sicura; i tabelloni con i treni in ritardo che tutti i giorni accampano nelle stazioni lo testimoniano inequivocabilmente.

È necessario ricordare che RFI ha come azionista di maggioranza lo Stato ed è surreale come nessuno chieda conto alla dirigenza di RFI circa gli interessi della stessa nel voler neutralizzare un pezzo così importante del trasporto ferroviario e soprattutto quali interessi economici favorisca.

Tutto questo accade grazie a Filt, Fit, Uilt, Orsa, Ugl e Fast, che sostengono questa operazione senza avere alcun mandato da parte dei lavoratori che con gli scioperi si sono espressi chiaramente.

Del resto basta guardare la spregiudicatezza che ha portato alla firma di un contratto a perdere che nemmeno sulla sicurezza offre garanzie e sgombera inequivocabilmente il campo dall’idea che i responsabili di questo sfacelo, i sindacati che con l’accordo del 10 gennaio 2024 hanno sostenuto la riorganizzazione aziendale, potessero riposizionarsi tentando di comprendere che le condizioni dei lavoratori dovrebbero essere centrali nella definizione di un contratto.

L’opposizione contro il 10 gennaio e la conseguente riorganizzazione sono quindi una lotta dei ferrovieri ma è negli interessi di tutta la comunità. Può essere che quando si proverà a guardare dalla giusta parte sarà chiaro che dovrebbe essere la lotta di tutti.

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